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Non amo molto scrivere Post sulle classiche di Zero, ma questa settimana voglio fare un tributo ad uno Zero eccezionale, ad una canzone che è ormai storia, conosciuta da tutti anche dai non Sorcini e che ognuno di noi attende ad ogni concerto per potersi finalmente scatenare e fare coro insieme a lui.
Contenuta in “Zerofobia” già il titolo dell’album è tutto un programma, la Zerofobia ossia la paura di Zero e di zerofobici ce ne sono stati tanti in questi 30 anni, paura di qualcosa di diverso, di indefinito, di nuovo, di troppo trasgressivo per una società quella del 77 ancora impreparata ad accettare la diversità di un cantante che si presentava provocatorio, truccatissimo, con capelli lunghi, tutine attillate e messaggi di ogni tipo senza paura del giudizio di nessuno, senza temere di osare.
Ma lui si sa è stato un trasformista per vocazione e quella Zerofobia ben presto si è trasformata in Zeromania, fino a portarci ai giorni nostri e a vedere con i nostri occhi un Renato diverso, evoluto, mai uguale a se stesso ma non per questo meno interessante, ha saputo mantenere viva l’attenzione su di lui grazie solo alle sue grandi capacità musicali e alle sue doti comunicative.
“Mi vendo” è un brano ritmato decisamente trascinante, con un testo molto particolare di un Renato che punta tutto sul suo Io, come fosse un venditore di felicità, ed io aggiungerei piuttosto egocentrico il nostro Renatino.
Mi ha sempre colpito molto il passaggio in cui dice di vendere desideri e speranze in confezione spray, eh si perché evaporano, non restano o al massimo possono restare pochi istanti per poi svanire nel nulla.
Vende la sua grinta, un’altra identità, lui è il mistero, l’ambiguità, vende se stesso ad un buon prezzo, si fa carico dell’infelicità altrui risolvendo tutti i problemi, vende quello che il mondo distratto e preso dai suoi problemi non può dare ed in cambio di due ali lui si prende l’inferno.
Nonostante per tutti noi sia una canzoncina leggera da ballare e cantare in coro io la ritengo molto interessante soprattutto per le numerose metafore in essa contenute.
Personalmente in quel Mi vendo io ci ho sempre visto i suoi stessi dischi in cui lui canta i mali della società spesse volte facendoli suoi o comunque vissuti sulla sua pelle, mentre a noi quei dischi ci danno felicità, consigli, in ognuno troviamo sempre qualcosa di noi stessi, ci danno la speranza che qualcosa possa cambiare, ci esortano a continuare a sognare a non far morire quel desiderio.
Ma questo è ciò che la canzone fa provare a me non certo la giusta interpretazione anche se credo che in un certo senso Renato volesse darci anche questo messaggio.
Forse voleva anche mettere in risalto quegli individui che pur di arricchirsi venderebbero veramente anche l’anima al diavolo, ma ne parleremo insieme.
Ho scelto il Live tratto proprio da Zerofobia perché rappresenta il Renato di quel periodo in tutina attillata e argentata, da notare il finale in cui canta “me lo vendo eh già...a buon prezzo si sa” slacciandosi davanti la tutina il tutto accompagnato da un gesto molto provocatorio e poi girandosi mostrando e scuotendo il suo lato b con tanto di lingua mentre esce di scena e quindi dando un messaggio ancor diverso, esplicitamente sessuale e trasgressivo che caratterizzava molto il suo personaggio dell’epoca e che faceva letteralmente impazzire tutti i suoi fans.
Concludendo vorrei dire che non sarebbe male se esistesse un venditore di felicità, disposto a prendersi tutti i miei problemi ed in cambio a darmi tutto ciò che desidero, poi pure a buon prezzo!!
E a voi piacerebbe? O siete di quelli “ Vita senza problemi dimmi che vita sei”
E’ un post molto leggero, allegro ma senza mai sottovalutare i suoi testi anche quelli che come questo possono sembrare poco impegnativi ma in realtà non lo sono e che ci ricordano passato e Presente!