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CIAO STEVE

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Il mondo qualche giorno fa è rimasto orfano di una grande mente, di un genio, di una forte personalità…anche il R.Z. Blog vuole fare un omaggio a Steve Jobs.

Lo faremo commentando il suo bellissimo discorso fatto ai neolaureati di Stanford nel Giugno del 2005 appena 6 anni fa circa…

Le televisioni ne hanno trasmesso stralci ma io vi invito ad ascoltare questi 14 fantastici minuti per intero con estrema attenzione perche sono una vera e propria lezione di vita!

Forse come me lo avevate già ascoltato in passato ma questa è l’occasione giusta per rifletterci sopra.

È un discorso molto affascinante che attraversa il mondo del lavoro, degli affetti, delle sconfitte e delle vittorie, la vita e la morte!

E’ bellissimo e tutto da commentare, credo sia un modo per vedere un barlume di luce anche quando intorno a noi è buio….

Fa capire il vero senso della vita!

Commentiamolo insieme!

Ciao Steve!

I NUOVI POVERI

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Chi sono i nuovi poveri?

I nuovi poveri siete voi, sono io, siamo tutti noi!

Come preannunciato da questa stagione cominciano i Post dedicati ai temi di attualità, ricordando a tutti che proseguiranno i Post dedicati a Renato Zero che è e resterà il principale argomento del nostro blog ed inoltre ogni post in corso verrà interrotto ogni qualvolta ci saranno News sul nostro artista, in ogni caso i temi di attualità verranno proposti soltanto in determinate occasioni.

La crisi economica che sta colpendo il nostro paese è il primo argomento che vorrei affrontare.

I nuovi poveri sono coloro che fino ad una decina di anni fa facevano parte del ceto medio, persone che vivevano discretamente senza dover fare troppe rinunce.

Ad oggi quelle stesse persone stentano quasi ad arrivare a fine mese, spesso c’è chi deve rinunciare alle consuete vacanze o addirittura a comprarsi un abito, c’è chi ha difficoltà anche nel pagare le bollette di gas, luce, telefono, servizi indispensabili per poter vivere nelle proprie case.

Intanto il governo prosegue la sua manovra economica per il famoso pareggio di bilancio, e così con ritocchi e ritocchini noi ci ritroveremo ancora una volta a dover mettere mano al nostro conto in banca.

Eh si perche le persone non ce la fanno più ad affrontare le spese, l’italiano è sempre stato un gran risparmiatore eppure gli ultimi dati ci dicono che la gente quando non ce la fa va a toccare i propri risparmi, per non parlare poi di coloro che sono costretti a vendere i propri oggetti d’oro.

Ma come si è arrivati a tutto questo?

Difficile stabilirlo, bisognerebbe tornare indietro di chissà quanti anni e l’argomento è molto complicato, non basta un Post per analizzare tutti i problemi del nostro paese.

A tal proposito vorrei precisare che l’entrata in vigore dell’Euro ci ha praticamente rovinato visto che i prezzi sono praticamente raddoppiati senza nessun controllo da parte dello stato, senza nessun intervento.

Tutto è raddoppiato tranne che gli stipendi e i nostri conti in banca, chissà perché quelli li hanno convertiti precisamente al centesimo!!!

Quindi anche questo ha contribuito all’impoverimento delle famiglie, pensate solo che con l’aumento dei prezzi il potere d’acquisto negli ultimi 10 anni è sceso del 40%

Per farvi rendere conto ancor meglio di come sono aumentati i prezzi vi segnalo qualche dato:

Una pizza margherita è aumentata del 93,5% – un tramezzino al bar è aumentato ben del 192,2% – un cono gelato del 159,7%

Questi sono soltanto degli esempi che bastano a spiegare cosa è accaduto negli ultimi 10 anni con il passaggio dalla lira all’euro!

Voi come state affrontando questo delicato momento?

Avete notato un cambiamento del vostro stile di vita?

Il tema è talmente ampio che non basta un Post per esaminarlo per cui lascio spazio ai vostri commenti e alle vostre riflessioni!

 

I PEGGIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA

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Questa settimana commenteremo l’Intervista di Renato Zero rilasciata nell’ultimo numero del Settimanale A perché tratta degli argomenti di attualità molto importanti di cui discuteremo insieme, è molto lunga e credo che sia tra le più belle interviste di Renato Zero, qui riporterò i punti salienti.

Come sappiamo ad oggi molti gay rispetto al passato sono contro Renato e a tal proposito dice:

“Nessuno dovrebbe mai essere incasellato, etichettato. Mi auguro che ognuno di noi abbia sempre la possibilità di mantenere una porta aperta a un uomo o a una donna così come alla sessualità…”

Se oggi Renato è l’uomo che è lo deve soprattutto ai suoi genitori e dice:

“Ho avuto accanto due persone stratosferiche, capaci di attenzione e comprensione. Quando si ha una famiglia come la mia è come avere un marchio a fuoco nel cuore perché pensi che tutto il resto del mondo debba essere così. Quando sono mancati, due bei pezzi di me sono andati via con loro.”

Di Roma e della politica dice:

“Era tutto molto rurale, bucolico e carino. Non sembrava nemmeno di stare in città, nulla a che vedere con la triste realtà di oggi in cui versano molte borgate della Capitale tra cui Corviale, che sono immensi treni di cemento in cui le persone sono destinate a perdere la propria coscienza. E la poesia. Luoghi di violenze di cui nessuno si accorge, tanto sono grandi. Le colpe? Nelle classi dirigenti. I politici? Hanno troppo potere, anzi hanno troppo di tutto. Voglio imputare a questa classe politica la selvaggia e indebita appropriazione di luoghi e di pagine di storia romana. Un politico avveduto ed educato avrebbe dovuto fare un sacrificio in più ed andare a vivere lui nell’estrema periferia di Roma, dando forse in questo caso un esempio di civiltà. Non si può smembrare una città. Oggi e lo dico con grande franchezza tra il Vaticano e il Governo siamo agli arresti domiciliari. Non siamo più padroni della nostra città”.

Della sua gioventù ricorda:

“L’edificio in cui abitavo era una sorta di alloggio di servizio popolato da circa 136 famiglie di poliziotti. Ogni volta che uscivo da queste mura sostenevo un esame. Venivo passato al setaccio dagli sguardi di tutti, non era affatto piacevole. Quando ho saputo che Riccardo Tisci stilista del gruppo, aveva pensato a me per le sue ultime creazioni ho provato una grande soddisfazione. Quella notizia ha fatto il giro del mondo e molte persone in America come in Australia che non sapevano chi fossi, sono finalmente andate a cercarmi su Internet”.

Dal canto suo Tisci aveva dichiarato: Zero è stato il Freddie Mercury italiano, il nostro David Bowie.

Del suo look passato e presente dice:

Eppure oggi pur non vestendo quei panni e non attingendo così fortemente al beauty case mi sento più clown di ieri. Ognuno di noi ha la possibilità di essere donna e di essere uomo. Così come ciascuno deve all’occorrenza poter scegliere di essere qualcos’altro. Tutti devono sentirsi liberi di manifestare le proprie tendenze senza necessariamente andarle a sbandierare in giro. E anzi, per certi versi credo che quella sia la maniera più equivoca di dare sfoggio a una sessualità e ad una certa identità. Beati quelli che sono in grado di aver deciso finalmente cosa fare da grandi”.

Della scena del Divo di Paolo Sorrentino in cui Andreotti ha l’unico gesto di tenerezza quando stringe la mano della moglie mentre ascolta I Migliori anni della nostra vita dice:

“Trovo che quella scena sia un momento bellissimo, in cui si ha la sensazione che ad un certo punto della vita tutto sia riparabile. Ti fa capire che è possibile recuperare certi distacchi, superare una certa avidità, un attaccamento morboso alla carriera piuttosto che al denaro a discapito delle attenzioni verso le persone che ci sono vicine. E il fatto che fosse Andreotti a suggerire questi pensieri, un così enigmatico personaggio del Novecento, è emblematico. E’ intorno a persone come lui che si andava creando in positivo o in negativo, la formazione di un Paese. Oggi, attraverso queste presenze, siamo forse in grado di capire dov’è la verità. Quella mia canzone poi si adatta perfettamente a tutti i calendari, a tutte le generazioni. E’ come se si mettesse in moto una premonizione e cioè quella di dire: avrò la possibilità di viverli i migliori anni di questa vita? Oggi avere un passato sembra l’ultima delle preoccupazioni, quando dovrebbe essere esattamente il contrario. Perché un uomo senza passato è un fantasma”.

Del passato Renato rievoca un uomo politico come Gramsci:

“Non credo abbia tenuto molto a lasciare un retaggio formidabile di una statura politica, umana e sociale. Ma c’è riuscito. Ci sono stati personaggi come lui, probabilmente all’epoca mal pagati, che non andavano a fare le tribune elettorali in prima serata e non godevano di certe immunità e privilegi, sono rimasti come esempi in calce di un comportamento assolutamente irreprensibile. Non vendevano ne compravano appartamenti. Facevano solo gli interessi della gente.

Non amo essere etichettato. Sono uno che salta da un argomento all’altro, mi pongo sempre molti interrogativi. Non amo dare nulla per scontato e non mi piace chi si autocensura. Certo non è una maniera comoda di vivere perché questa dottrina me la vado a testare sul campo, nelle borgate di Centocelle e Tiburtino Terzo così come a Piazza delle Muse, nel cuore dei Parioli. Sono convinto che non esista un’ora precisa per conoscersi.

Da ragazzo scelsi la notte proprio perché era spaventevole per tutto il resto della società italiana in quanto luogo di perversione, di scambio di siringhe, e tuttora viene sottolineata con questo tipo di atteggiamenti e paure. Credo invece che sia il momento più vicino a Dio in cui finalmente puoi parlare con te stesso, cosa che non facciamo più. Facciamo finta di parlare con gli altri e tacciamo a noi stessi una carezza. Ci facciamo male infilandoci nel consumismo. Vogliamo a tutti i costi essere i primi della classe. E invece pensiamoci bene…Quanto è bello un errore, quanto insegna?”

Tratta dal Settimanale A- Intervista di Desirée Colapietro Petrini